Il Palazzo Reale di Napoli è un edificio storico ubicato in piazza del Plebiscito, nel centro storico di Napoli, dov’è posto l’ingresso principale: l’intero complesso, compresi i giardini e il teatro San Carlo, si affaccia anche su piazza Trieste e Trento, piazza del Municipio e via Acton.
Fu la residenza storica dei viceré spagnoli per oltre centocinquanta anni, della dinastia borbonica dal 1734 al 1861, interrotta solamente per un decennio all’inizio del XIX secolo dal dominio francese con Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat, e, a seguito dell’Unità d’Italia, dei Savoia: ceduto nel 1919 da Vittorio Emanuele III di Savoia al demanio statale, è adibito principalmente a polo museale, in particolare gli Appartamenti Reali, ed è sede della biblioteca nazionale.
Il palazzo Donn’Anna, ubicato all’inizio di via Posillipo, è un palazzo monumentale del XVII secolo, nonché uno dei più celebri palazzi di Napoli.
Le origini del palazzo risalgono alla fine degli anni trenta del 1600, quando venne innalzato per la volontà di donna Anna Carafa, consorte del viceré Ramiro Núñez de Guzmán, duca di Medina de las Torres.
Il palazzo è il punto di ancoraggio di una delle più celebri leggende napoletane scritte da Matilde Serao.
Palazzo Balsorano è uno dei palazzi di interesse storico ed artistico di Napoli; è sito in via Francesco Crispi, all’angolo con piazza Amedeo, nel quartiere Chiaia.
L’edificio monumentale è uno dei più antichi della zona, infatti, le sue origini sono riconducibili al XVI secolo. La struttura, oggi un condominio di lusso, ai primordi era una villa circondata dalla vegetazione mediterranea, posta in una zona decisamente felice. Qui soggiornò il celebre poeta Torquato Tasso, autore della Gerusalemme liberata, come è testimoniato anche dalla lapide presente su una parete dell’esterno, ospite del caro amico e mecenate Giambattista Manso, marchese di Villalago.
I palazzi Brunasso sono una coppia di edifici monumentali ubicati lungo via Toledo, a ridosso della basilica dello Spirito Santo.
I suoli dove sorgono i palazzi attualmente appartennero fino al 1561 ai padri di San Severino e Sossio fino a quando non furono ceduti con censuo a tali Tosone e Maranta. L’estensione del suolo ceduto andava dalla chiesa dello Spirito Santo fino al vico Pellegrini. I due aprirono nel suolo ceduto l’attuale vico Bianchi allo Spirito Santo dividendo di fatto le due proprietà e quindi edificate le relative proprietà. Nel primo trentennio del XVIII secolo il palazzo appartenuto al Tosone fu acquistato dal duca Giuseppe Brunasso, mercante di professione ed elevato al rango di duca di San Filippo il 15 agosto 1722, che espanse la sua nuova proprietà all’attiguo palazzo del Maranta
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