La statua del dio Nilo è una scultura marmorea di epoca romana databile tra il II e III secolo d.C. e che insiste nel largo Corpo di Napoli, nel cuore del centro storico della città partenopea.
La storia legata alla scultura risale ai tempi della Napoli greco-romana, quando nell’area in cui tuttora insiste il monumento si stabilirono numerosi egiziani (provenienti da Alessandria d’Egitto); le colonie erano formate da ceti sociali differenti tra loro, viaggiatori, mercanti e schiavi.
Il popolo napoletano non si dimostrò avverso a questo fenomeno, tant’è che le colonie vennero soprannominate le «nilesi», in onore del vasto fiume egiziano. Gli alessandrini decisero così di erigere una statua che ricordasse loro proprio il fiume Nilo, elevato ai ranghi di divinità portatrice di prosperità e ricchezza alla loro terra natia.
Nei secoli successivi, dopo essere caduta in oblio, la statua fu ritrovata acefala verso la metà del XII secolo, quando l’edificio del seggio fu costruito nell’area dell’attuale largo, venendo collocata così all’angolo esterno dello stesso palazzo. Il ritrovamento è riportato, nelle loro opere storiche, da Camillo Tutini, Giovanni Antonio Summonte e, in epoca assai più recente, da Ludovico de la Ville Sur-Yllon.
Successivamente, con molta probabilità, la statua visse nuovamente momenti di abbandono finché non se ne persero di nuovo le tracce, per poi essere ancora una volta riscoperta solo nel XV secolo.
Bartolommeo Capasso ipotizzò che fu ritrovata durante i lavori di demolizione che interessarono parte dell’antico edificio del seggio di Nilo (i cui resti secondo Roberto Pane sono riscontrabili nei tre portici inglobati nei muri del palazzo Pignatelli di Toritto) attorno e non prima del 1476, quando le famiglie del seggio, notata la fatiscenza dell’edificio, acquistarono per la nuova sede una parte del monastero di Santa Maria Donnaromita.
Tuttavia Angelo Di Costanzo, che scrisse nel 1581 sotto lo pseudonimo di Marco Antonio Terminio l’Apologia di tre illustri Seggi di Napoli, dove sostiene la maggiore nobiltà dei tre seggi (o sedili) di Porto, Portanova e Montagna a scapito dei due seggi di Nilo (definito con la corruzione “Nido”) e Capuana, che dalla loro avanzavano altrettante pretese di primazia, riconosce e indica testualmente la statua come imagine del fiume Nilo. D’altronde il seggio ebbe il nome “Nilo” (poi corrotto in “Nido”) proprio per via del ritrovamento, segno che fu in origine identificato il vero significato della statua, ma col tempo questo fu perlopiù dimenticato.
Solo nel 1657, quando fu totalmente demolito il vecchio edificio del sedile, la scultura fu adagiata su un basamento e restaurata per iniziativa delle famiglie del seggio dallo scultore Bartolomeo Mori, il quale integrò la statua con la testa di un uomo barbuto, le sostituì il braccio destro e vi apportò la cornucopia, la testa del coccodrillo presso i piedi del dio, la testa della sfinge posta sotto il braccio sinistro e i vari putti. Infine sul basamento fu posta un’epigrafe a ricordo, il cui testo, anche se in maniera imprecisa, fu riportato da Tommaso De Rosa nella sua opera del 1702 intitolata Ragguagli storici della origine di Napoli, realizzata con l’ausilo dello zio Ignazio.
Dopo che fu persa la prima epigrafe e la statua fu danneggiata, nel 1734 fu applicata l’epigrafe dettata dal noto erudito Matteo Egizio che tuttora si può leggere, in occasione dei lavori di restauro patrocinati dalle nobili famiglie Dentice e Caracciolo e promossi da varie personalità tra cui l’architetto Ferdinando Sanfelice.
Ulteriori poderosi restauri furono apportati dallo scultore Angelo Viva tra la fine del XVIII secolo e i primi anni del XIX secolo alle parti integrate dal Mori che, a quanto pare, dovevano aver subito nel frattempo pesanti atti vandalici. Lo stesso scultore narra esplicitamente di una statua ormai ridotta a «monco di busto» cui aveva ricostruito ex novo quasi tutte le membra e quasi tutti gli elementi decorativi che la circondavano.
Il restauro, che si è prefisso anche di ricollocare la testa ritrovata, è durato per quasi tutto il 2014 e si è concluso nel mese di novembre. Il 15 novembre 2014 la statua è stata presentata alla città con una solenne inaugurazione.